Ci aveva promesso una contro informazione alla nostra Informazione Indipendente ma Alessandro Vescovini, dopo le ultime figuracce social con il nostro blog e il nostro Genny Manzo, ci va cauto e nel messaggio audio inviato ai propri lavoratori – gli stessi che dovrebbe incrociare tutti i giorni in fabbrica a Monfalcone -, non usa mai il dato certo ma riempie il suo pensiero di condizionali: gli stessi “Dovremmo, potremmo…” che non hanno portato ancora a nulla di buono per gli ultimi venti lavoratori della ex Meb (dalla prima possibilità di ritorno in Campania ed a Torre Annunziata quasi un anno fa ad oggi che sono più di venti quelli che hanno deciso di abbandonare l’avventura diventata sventura con Vescovini.

 

Tutto o quasi è un’incognita ancora inesplorata per il patron della SBE Varvit: dal materiale ancora mancante per costruire la fabbrica in Campania ai permessi nelle mani del comune di Acerra ma soprattutto nelle mani del Ministero della Transizione Ecologica, che sarà chiamato a certificare o meno sulla tossicità e la presenza di materiali molto pericolosi in quell’area nell’ex Montefibre ad Acerra dove ci sono tanti casi di morti per l’esposizione all’amianto. E poi c’è la richiesta – ancora inevasa, addirittura scacciata da Vescovini -, di tenere conto del vincolo dell’area e la clausola sociale firmata durante il governo regionale Caldoro-Nappi in favore degli ex lavoratori dell’ex polo siderurgico agguerriti più che mai… ‘E chest’è! 

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Di desk

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