(di Genny Manzo) “Abbiamo sentito parlare molto bene, anzi come Comitato ex lavoratori Montefibre abbiamo anche scritto a Vescovini ma lui ci ha risposto che non è obbligato a prendere alcun lavoratore dal bacino, ha acquistato l’area dall’Asi con soldi propri, quindi non avendo avuto alcun beneficio istituzionale”, a dichiarare questo è Mimmo Falduti, ex lavoratore Montefibre e rappresentante del Comitato ex lavoratori Montefibre, intervenuto questa mattina a corso de Gasperi a Castellammare di Stabia, insieme a una folta rappresentanza di ex lavoratori ed esodati dell’ex polo industriale chiuso da quasi 20 anni e in sit-in alla direzione dell’Asl Na 3 Sud di Castellammare di Stabia, a sostegno di quei lavoratori a cui l’azienda sanitaria non intende riconoscere l’esposizione professionale alla fibra di amianto.

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Vescovini gela gli ex lavoratori sul protocollo, clausola sociale e vincolo d’area sottoscritti nel 2008 dal governo Berlusconi e con la Regione Campania di Caldoro e Nappi ma la partita sembra tutt’altro che chiusa: “Questo signore deve capire che sta venendo in un sito dove ci sono delle famiglie che stanno lottando da 18 anni. Questo signore deve capire che ci sono le famiglie dei lavoratori della ex Meridbulloni e della ex Montefibre che si aspettano lavoro. Questo signore deve capire che se viene ad investire ad Acerra e vuole iniziare i lavori dovrà tenere conto di tutto questo altrimenti ad Acerra non verrà mai. A Vescovini lo stiamo aspettando ad Acerra”, ha precisato questa mattina Ciro Pasquale D’Anto’, ex lavoratore Montefibre e rappresentante del Comitato ex lavoratori Montefibre.

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Di desk

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