Ritorna il tam-tam di voci dopo l’elezione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che riporta al centro dell’agenda romana il “Caso Castellammare” e il possibilissimo scioglimento per infiltrazioni camorristiche per fatti già svelati dalla DDA di Napoli del sostituito procuratore, Giuseppe Cimmarotta, e risalenti alle ultime elezioni del 2018, in uno dei prossimi consigli dei ministri voluto dalla ministra Lamorgese e sul tema sicurezza e ordine pubblico nazionale.

SI CONTINUANO A BRUCIARE POZZI E SOLDI PUBBLICI

Una situazione di paralisi politico-amministrativa in città, che sta condizionando anche l’agenda giornaliera nel palazzone di piazza Giovanni XXIII, e continua a non guardare con fiducia alla programmazione presente ma soprattutto quella futura badando solo a riunirsi in pochissimi fedelissimi, molto spesso in riunioni carbonare e non sempre su un tavolo politico: per bruciare pozzi e soldi pubblici.

 

 




 

 

I “bene informati” ci sussurrano che sarà proprio il prossimo consiglio dei ministri, il numero 60, a segnare la svolta per l’amministrazione del fare del sindaco, Gaetano Cimmino. Staremo a vedere. Quel che sembra oramai necessario in città è un punto di svolta, che non può più continuare a dipendere e sopravvivere con politici e politicanti: senza dignità, pudore, omminicchi, prestanomi probabilmente buoni solo per l’albo pretorio comunale e famelici imprenditori amici, degli amici, degli amici, degli amici… ‘E chest’è!

 

 




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Di desk

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