Scartato, purtroppo scartato dall’elite nazionale della politica di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni dove, pochi giorni fa, ha dovuto accontentarsi di una sorta di premio di consolazione, con scene da libro Cuore a Palazzo Madama, non più da senatore ma da relatore in una audizione sulla Giustizia, che lo ha visto nella mattinata sul treno da Napoli Centrale fino a Roma Termini in compagnia della deputata di Forza Italia Annarita Patriarca e successivamente nel “suo” Senato.

Archiviata la velleità nazionale, Giggino (Bobbio) Bushido si traveste da filosofo su Facebook e analizza la sua vita fino ad oggi: un’altra bellissima pagina del Babbo Bobbio che non ti aspetti, che riportiamo integralmente a seguire in attesa e smaniosi di rivederlo nuovamente in campo ed in posa con il petto d’acciaio ed il sigaro antico toscano tra i denti per la corsa allo scranno dorato di sindaco a Palazzo Farnese.

Ma Giggino, prima, dovrà vincere la concorrenza interna a Fratelli d’Italia dei Fratelli di Stabia Massimo e Giovanni De Angelis, con Giovanni pronto a spiccare il volo al piano più alto di Palazzo Farnese e alle prossime amministrative al Comune di Castellammare di Stabia: ci riuscirà? Ah, saperlo!

Ogni giorno che passa è un giorno della mia vita residua che se ne va. Quelli passati sono di più di quelli che rimangono. Di me, della mia vita, rimarrà vivo il ricordo nei miei figli, nei loro figli, negli amici, negli amori e in quelli che mi hanno voluto bene. Ma finirà con loro. Poi, l’oblio. Fin qui ho vissuto bene, rettamente e coraggiosamente. E conto di continuare a farlo. Ma ormai ho capito che non ha senso darsi pena per nulla. Non ha senso pensare al giudizio o all’opinione altrui. Non ha senso vivere la morte futura all’insegna della fasulla presunzione di immortalità che è inconsciamente sottesa alla considerazione del giudizio altrui. E tutto sommato non ha senso stare a preoccuparsi delle farisaiche convenzioni, di quei micro o macro eventi sociali e lavorativi che costellano l’esistenza di ciascuno. Molto, e duramente, sono stato sin qui avversato e perseguitato, mai piegato. Oggi, adesso, più di ieri mi è chiaro che non me ne importa nulla. La sola cosa che conti è il benessere dei figli e gustare dolcemente la vita, senza affanno, fino al suo ultimo, dignitoso sorso. A testa alta e libero dal giudizio e dal pregiudizio altrui, dal bisogno di tutto, mettendo questa rinnovata forza interiore, questa nuova e antica serenità al servizio di nuovi e più grandi obiettivi. Perché la vita finisce ma le sfide no. Ma rassicuratevi, questo non è un presagio di fine. È un prodromo di vita nuova e migliore.

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Di desk

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