NON SIAMO TUTTI UGUALI
Raccolgo le parole del Procuratore De Raho e, perché no, la sfida che con le Sue autorevoli parole lancia circa uno scatto colletivo, una ribellione sociale rivolta ai cittadini stabiesi.
Ebbene, esimio Direttore, chi Le scrive è l’ ex Sindaco di Castellammare, in carica dal giugno 2016 al febbraio 2018, e che per primo in una conferenza stampa dell’ottobre 2017 parlo testualmente “di fiato sul collo della Camorra”. Ora come allora, ero consapevole che chi riveste un ruolo apicale, di rilievo istituzionale non debba aspettare vicende giudiziarie o episodi di criminalità perché si alzi il tiro su fenomeni di criminalità organizzata. La mia città, ricordo a tutti, è quella che negli ultimi venti anni ha visto l’assassinio di due consiglieri comunali dei quali ancora non sono chiare le dinamiche. Castellammare è la stessa città che ha visto la contrapposizione di clan camorristici di rilievo nazionale con una mattanza negli anni 90 unica. Eppure, quando parlai di nuovo di camorra e della commistione tra imprenditoria malsana e politica la risposta in città fu, eufemisticamente, flebile. C’era chi mi diceva ma chi te lo fa fare, perché di nuovo la Camorra “ in mezzo”…Ed invece ero consapevole che con le opportunità e le risorse che dovevano arrivare in città ( aree industriali dismesse, Terme, bando Chalet, aree Zes e di aree di crisi complesse), il Primo Cittadino non poteva restare in silenzio. Manifestai tale mio pensiero in tutte le sedi opportune. Dinanzi a Sua eccellenza il Prefetto, ai Magistrati della DDA, alla Commissione Parlamentare Antimafia. Circostanziai nomi fatti circostanze. E sin d’ora laddove fosse possibile do’ il placet a che siano desecretate tutte le mie dichiarazioni a cominciare da quelle in Commissione Antimafia.
Risultato? Dopo poco più di tre mesi fui defenestrato ricostrando intorno a me il più assoluto senso di solitidine delle istituzioni e della società civile tranne pochissime testimonianze alle quali serbo gratitudine ed affetto.
Ed allora? Allora quella sfida, Dottor De Raho, sono pronto a raccoglierla. Ma non accetto più di essere lasciato solo. Come non accetto più la retorica della antimafia dei convegni e del siamo tutti uguali. Qualche mese fa, non ho accettato di partecipare alla ennesima fiaccolata anticamorra. Era una voce di dissenso di chi non voleva vedere accostato il suo nome, la sua storia politica e personale a personaggi inquietanti che, purtroppo, hanno un ruolo pubblico. La non partecipazione come dissenso al siamo tutti uguali che ha fatto tanti danni tanto quanto la Camorra.
Lo scatto, la ribellione sociale. Ci sto, personalmente, e non ho paura di pagarne il prezzo. In fondo il prezzo più alto da pagare l’ho già pagato, non facendo, per colpa delle mie denunce, il Sindaco della mia città. Ci sto come attore politico ma oggi è il tempo che le competenze, le tante figure autorevoli, il mondo delle professioni, la intellighenzia sana di questa città si metta in gioco e non si nasconda più dietro il classico non ho tempo, la politica non fa per me, chi mi vota. Le risposte classiche che hanno dato spazio a faccendieri, speculatori malfattori e personaggi di infimo cabotaggio. Per dirla con Don Milani “A che serve tenere le mani pulite se si tengono in tasca”.
Toni Pannullo ex Sindaco di Castellammare di Stabia.

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Di desk

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