Un atto camorristico
Anche Meridbulloni chiude e lo fa con gli stessi metodi usati della camorra
Gli operai della Meridbulloni della mia città, questa mattina hanno trovato la fabbrica chiusa. A bloccare l’accesso alla struttura la vigilanza privata. Surreale, assurdo, ma è successo proprio questo.
Non è normale che accada ciò e con questi metodi. Gli operai saranno messi in cassa integrazione forzata fino al 31 gennaio e non metteranno più piede in fabbrica. Dal primo febbraio gli stessi lavoratori saranno spostati a Torino o Milano. Altro che Gomorra… questo è un atto camorristico. I metodi usati sono gli stessi.
Il nodo è sempre il medesimo da dieci anni ormai. Se non si mette un punto fermo su via A. De Gasperi e si precisa con una scelta chiara e oserei dire nemmeno molto coraggiosa, che lì non si possono e non si devono costruire case, ci saranno sempre azioni come quella di stamane sull’ultimo presidio industriale dell’area nord della città.



Quando dico queste cose la maggioranza dei cittadini, del ceto politico e del mondo che ruota intorno all’edilizia, da dieci anni a questa parte o forse più, definisce la mia una scelta vetusta e antistorica. Sarà, ma continuo a pensarla in questo modo.
Si attivi subito un tavolo e si dica con chiarezza che su quell’area non si speculerà mai. Quando dico che si decide di non decidere intendo questo. Serve chiarezza ora e subito. Gli strumenti urbanistici comunali dal Dos al Puc non mettono una pietra tombale sull’idea che reputo insulsa per quell’area.
Il Sindaco chieda subito incontro in Prefettura. La città, tutta, non può e non deve restare in silenzio. Ognuno faccia la propria parte.

Fonte: Comunicato Stampa Tonino Scala 


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Di desk

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