di Genny Manzo_gennymanzo@pec.itÈ cos’e niente…
Pure questa è cos’e niente, è vero? Eh… è sempre
cos’e niente.Tutte le situazioni così le abbiamo
risolte: è cos’e niente… è cos’e niente…
Non teniamo che mangiare: è cos’e niente.
Ci manca il necessario: è cos’e niente.
Il padrone muore e io perdo il posto: vabbuo’, è
cos’e niente… è cos’e niente.
Ci negano il diritto della vita: è cos’e niente.
Ci tolgono l’aria: vabbuo’, e che vvuò fa’?
E’ cos’e niente…

Tutto a Castellammare di Stabia è da riassumersi
così, in pochissimi righi o righe, del celeberrimo monologo
di Eduardo De Filippo, nella commedia teatrale con Luisa Conte “Peppino girella – anno 1963”.

E dal 1963 a ben 60 anni dopo nel 2023 sempre tutto
così simile in una città dove la democrazia è
sospesa da più di un anno perché un sindaco e
un’amministrazione comunale non seppero fare quello
per il quale furono eletti dal popolo, addirittura sciolti per infiltrazioni della malavita organizzata perché, probabilmente, anche tutto quello raccontato in 152 pagine di relazione prefettizia, dove si narrano con tanto di fatti e verità storiche i rapporti, gli intrecci criminali tra: politici, imprenditori, malavita organizzata e tanto altro narrato e raccolto da Investigatori delle forze dell’ordine, Procure, DIA e DDA.

È cos’e niente.
Tutto è cos’e niente a Castellammare di Stabia.

Come sembrano niente gli ultimi fatti in città dei ritrovamenti archeologici di epoca romana in un cantiere milionario della politica propagandistica del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, che alla meraviglia e la bellezza della Stabiae che finalmente riaffiora gratuitamente preferisce i denari pubblici da continuare a sperperare per ottenere prima o poi un altro niente.

È cos’e niente, infine ma non per ultima l’ennesima immagine dalle giostrine comunali in villa comunale deturpate, violentate da menti sicuramente malate, che dovrebbero essere almeno salvaguardate dalle menti sanissime di una commissione antimafia insediatasi più di un anno fa ‘a botte’ di decine di migliaia di euro al mese fino ad oggi:  commissione sicuramente più sana e attenta di una politica e degli amministratori incapaci, magari collusi; ebbene anche loro si sono arresi senza mai lottare per Castellammare di Stabia, per gli Stabiesi, per quel ‘Bene Comune’ ancora fermo al palo.
E pochissimo conta, anche per loro, uomini delle istituzioni e tutori della legge sulla carta, la propaganda magari sottobanco con chi decise di allinearsi o quella fatta nei salotti belli, buoni ed importanti della città; quelli che ancora una volta si sono dimostrati capaci solo di calarsi le braghe per la solita zuppa, la pagnotta.

Jatevenne, anche voi!

Quanto sei bella. Quanto eri bella. E guarda a me, guarda che so’ diventato. A furia di dicere “è cos’e niente” siamo diventati cos’e niente io e te.
Chi ruba lavoro è come se rubasse danaro. Ma se onestamente non si può vivere!?

Jamm’, di’: “E’ cos’e niente…” io sto aspettando. Di’: “E vabbuo’, è cos’e niente!”. Di’!
E non piangere, che fai piangi? E’ cos’è niente. E se io esco e accido a qualcuno… è cos’e niente. E se io impazzisco e mi portano al manicomio e la gente ti domanda: “Ma scusate, ma vostro marito, ma perché è impazzito?”
Tu devi rispondere: “Così… per niente”.
E’ cos’e niente. E’ niente.

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Di desk

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