(di Genny Manzo) È successo questa mattina a Castellammare di Stabia, durante una cerimonia dove management aziendale, parti sindacali, commissione prefettizia ed esponenti politici regionali hanno tracciato insieme il percorso di lunga vita (ma non così ndr.) della Fincantieri di Castellammare di Stabia.

Perché se il cantiere del Sud viene ancora utilizzato dagli industriali del Nord come officina di costruzione di piccoli tronconi  di nave, oppure postificio dove si predilige il lavoro in subappalto, magari sottopagato, utilizzando manodopera soprattutto nelle ore notturne di cittadini delle zone più povere del mondo: ebbene bisognerebbe iniziare a capire cosa ci facessero la legalità di Cannizzaro e la politica regionale di Marchiello questa mattina se non a chiedere conto di questo che vi abbiamo anticipato, molto di più, che magari tratteremo in una prossima occasione con dovizia di particolari come è nostro solito.

La notizia di stamattina è il clima da chi figli e chi figliastri, di guerra tra poveri, che si continua a respirare a Castellammare di Stabia dopo l’ennesima fuga di Marchiello, che non ha voluto incontrare sulla porta carraia del cantiere navale gli ex rappresentanti e lavoratori Meridbulloni del Gruppo Fontana.

Perché se per Fincantieri c’è stato tanto da dire stamattina e tanto altro da promettere magari anche a Corso De Gasperi nell’area ex Meridbulloni, probabilmente per ostacolare il piano di quella stazione crocieristica che potrebbe nascere proprio in quel posto dove oggi vengono ancora ‘sparate’ nell’aria, lasciando polveri di pitture ad ogni ora del giorno e della notte anche sui mezzi della Capitaneria di Porto, nel silenzio generale ma non di tutti. ‘E chest’è, per il momento.

(1.Continua)

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