L’accordo Marina di Stabia – Pompei è una scelta dove ci sono due vincitori ed una sconfitta. Vince Marina di Stabia che fa una grande operazione di Marketing intestandosi il marchio Pompei. Vince la città di Pompei che si dota di una infrastruttura che morfologicamente era impossibile realizzare. Perde la città di Castellammare di Stabia che fa saltare una occasione per porsi come protagonista di un accordo del genere. Perché sono anni che tutti a Castellammare parlano di turismo ma in fin dei conti non si è mai scelto che tipo di Turismo praticare. In questa fase la città potrebbe candidarsi ad essere Hub infrastrutturale tra la Penisola Sorrentina e Pompei. Cerniera di collegamento tra due colossi turistici. Ed invece ha adottato un Puc che di tutto parla tranne che di questo. Il Piano urbanistico di Cimmino proponeva case. Negli anni il dibattito urbanistico si è sempre concentrato sulle case. Le maggioranze e le giunte sono cadute sulle case. I due insediamenti turistici Marina di Stabia e l’hotel nella ex Calcina sono stati avvertiti come corpi estranei. Le opere a terra a Marina di Stabia sono state viste non come occasione di sviluppo. Una politica poco lungimirante ha prodotto tutto questo ed oggi semplicemente si sancisce una sconfitta. Una delle più grosse infrastrutture turistiche del basso Tirreno sceglie la denominazione Porto di Pompei. Fa tanta rabbia, da stabiesi, ma c’è tanta responsabilità politica in questa sconfitta. La nuova classe dirigente che sarà chiamata democraticamente a governare questa città ha un cammino in faticosa salita da affrontare.

Andrea Di Martino, Tonino Scala, Francesco Nappi e Michele Starace.

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Di desk

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