Farà parte della lista di nomi di “fedelissimi” che ha accettato di fare ricorso e schierarsi, ancora una volta, dalla parte dell’amministrazione Cimmino (che lo vide dal 2018 al 2021 Assessore all’Ambiente e alla Polizia Locale ndr.), sciolta per infiltrazioni camorristiche il 24 febbraio 2022 e in un certo senso contro quello Stato, chiamato a far rispettare la legge tutti i giorni e svelare quotidianamente casi di malagestio e malaffare, anche nelle pubbliche amministrazioni nazionali.

 

Uno scioglimento palese, a nostro modestissimo avviso già per quello che è stato reso pubblico a tutti, che sempre a nostro modestissimo avviso non ha ancora svelato i temi caldissimi delle inchieste aperte a Castellammare di Stabia dal sostituto procuratore della DDA di Napoli, Giuseppe Cimmarotta, che tuttavia nella parte appunto caldissima degli intrecci tra: camorra, politica ed imprenditoria criminale resta ancora come è giustissimo che sia sotto strettissimo riserbo giudiziario. 

 

Tralasciando la sua debacle totale da Assessore all’Ambiente e alla Polizia Locale nella Giunta Cimmino Gianpaolo Scafarto, è colui che, da capitano del Noe di Roma, indagò sull’allora premier Renzi nel cosiddetto “Caso Consip” e alla fine di tutta quella storiella di incapacità prettamente italica, vide tutti prosciolti e anche quei genitori di Renzi incappati insieme all’ex premier oggi leader di Italia Viva nelle grinfie di Scafarto: il “Cozzamara” del film Benigni, che dopo quel disastro si sentì per quietanza di chiedere scusa non solo per il male cagionato ma anche e aggiungiamo noi per gli errori investigativi commessi. ‘E chest’è!

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Di desk