È finita. Gaetano Cimmino, ex sindaco di Castellammare di Stabia, è fuori dal Palazzo. E pensare che l’ex primo cittadino stabiese era in procinto pure di iniziare la lunga campagna elettorale, che lo avrebbe portato nel 2023 al rinnovo delle cariche politiche a Palazzo Farnese, con qualche aspirazione per il grande salto nella politica nazionale: addirittura aveva già richiesto preventivi in giro per l’Italia e sondato il mercato per liberarsi dei due storici comunicatori fiduciari di palazzo, non proprio eccelsi in questi anni di vita sindacale, per affidarsi ad uno spin doctor di indubbio valore. Ebbene, l’elefantino prodigio dei Cesaro’s, è stato definitivamente trafitto da un passato e da un presente con troppe bugie e pochissime denunce contro i clan perdendo non solo la carica di sindaco ma anche le nomine all’Anci e alla Gori. Cimmino perde tutto e potrebbe restare fuori dai palazzi della politica e del potere amministrativo per molto tempo: questo potrebbe accadere se la procura territoriale decidesse di applicare una interdizione alle responsabilità nelle 200 pagine redatte prima dal prefetto Palomba e poi dalla ministra Lamorgese nel decreto di scioglimento per infiltrazioni camorristiche, che approderà nelle prossime ore per la firma finale (dopo la ratifica del Cdm) dinnanzi al capo dello Stato, Sergio Mattarella. ‘E chest’è! 

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Di desk

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