Castellammare di Stabia è la Città delle Acque, la città che fa acqua da tutte parti e la città delle ex Acque per incapacità politica. Una risorsa naturale, un patrimonio da sempre nella storia della città termale senza più le Terme ma intanto mentre le acque termali (e non solo quelle) continuano a disperdersi in mare (e non solo lì) il comune paga una fattura da 30mila euro circa per le utenze idriche per l’annualità 2021 (delle quali nella relazione istruttoria a firma del dirigente Terracciano non vengono riportate nel dettaglio né le utenze e né i periodi di letture ndr.).




E mentre tutto questo paradosso si ripete ricordiamo che anche a Castellammare di Stabia si votò il referendum abrogativo per il ritorno all’acqua pubblica nel 2011, e l’uscita dalla Gori SpA, ma anche qui i comitati nati per il riconoscimento di quel diritto incontrovertibile e stravinto sembrano aver mollato, al solo danno economico della popolo. Tanto a pagare è sempre pantalone. ‘E chest’è!







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Di desk

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